IL POZZO D’ANTULLO
IL POZZO D’ANTULLO
Una vera e propria meraviglia della natura!
Il Pozzo d’Antullo rappresenta uno dei più grandi esempi in Europa, superando nelle dimensioni il celebre gouffre de Padirac in Francia.
Il pozzo d’Antullo è una grande voragine carsica, con una profondità massima di 80 m e con una circonferenza di 300 m, originata dallo sprofondamento del suolo legato ai fenomeni di carsismo della zona, che si ritrovano anche nelle vicine grotte dei Bambocci. Si trova a poca distanza dal comune di Collepardo in provincia di Frosinone.
Nel fondo del pozzo, coperto da vegetazione, sono presenti delle curiose stalattiti curve, generate probabilmente dal vento proveniente dai cunicoli laterali che modificano la deposizione dei cristalli di calcare.
Il Gregorovius, che visitò «lo strano pozzo nelle rocce di Santulla» nel 1858, così lo descrisse nella sua opera Passeggiate per l’Italia:
«una cavità circolare che mi rammentò vivamente le grandi latomie di Siracusa. Questa misteriosa fonte ha una circonferenza di 1500 passi, discende ad una profondità di 150 piedi circa e nel fondo lascia vedere una foresta [..] Laggiù scaturiscono abbondanti sorgenti dal corso misterioso che mantengono il verde dell’erba, mentre questa vasta conca tira a sé la rugiada notturna. Discendendo collo sguardo lungo le pareti giù nel profondo si osserva una meravigliosa vegetazione: in forme bizzarre e fantastiche, simili alle stalattiti, crescono dappertutto cespugli di lentischi e ginestre selvatiche dai fiori dorati. Le pareti presentano tutti i variati colori dell’iride perché ora la roccia si tinge di un delicato grigio argenteo, ora invece è di un bel rosso acceso, giallo o turchino scuro, oppure nero addirittura.»
Riguardo alle leggende sull’origine della voragine lo studioso tedesco riporta che
«Il pozzo, mi dissero, era una volta una grande aia circolare; i contadini un giorno osarono battervi il grano benché si solennizzasse l’Assunzione della Beata Vergine. La Madonna adirata di quel sacrilegio fece sprofondare ad un tratto l’aia con tutto ciò che vi si trovava sopra e così si formò il pozzo circolare. Del resto, non essendovi nei dintorni alcuna traccia di vulcani, potrebbe essere giusta l’opinione di alcuni che suppongono che il pozzo fosse una caverna di cui sia sprofondata la volta.»
Foto Alessio di Silvestro