ANAGNI

Anagni, l’antica Anagnia capitale degli Ernici, si erge su di una collina tra i monti Ernici e la Valle del Sacco, per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) e per lungo tempo scelta come residenza e sede papale.

E’ nota come “la città dei Papi”. In particolare la sua storia è legata alle vicende di Papa Bonifacio VIII, passato alla storia per l’episodio noto come “Lo Schiaffo di Anagni”.

Il suo borgo medievale, con le sue chiese romaniche, tra cui spicca la cattedrale, con la splendida cripta i cui affreschi costituiscono uno dei più interessanti cicli pittorici del Duecento italiano, campanili, edifici austeri ed eleganti, le sue piazze, le sue logge, la rendono una delle città d’arte più interessanti della Ciociaria e del Lazio.

Da vedere:
Cattedrale di Santa Maria

Risalente al 1100, presenta uno stile romanico esternamente e gotico lombardo internamente, a seguito di un restauro del 1250.
Esternamente si aprono tre ingressi, si notano tre absidi e un’affascinante scalinata. Selenne è la torre del campanile di 30 metri in stile romanico composta da monofore, bifore e trifore.
Internamente l’edificio è composto da tre navate. Pregevole e carattesristico il mosaico realizzato nel 1231 da una famiglia di marmorani romani, i Cosmati, per questo viene chiamato anche comsatesco.

LA CRIPTA
La cattedrale ospita la Cripta dedicata a San Magno, patrono della città e rappresenta una delle maggiori attrazioni turistiche della città. La costruzione è del 1100 contemporanea alla chiesa ed è conosciuta con l’appellativo di “Cappella Sistina del Medioevo”. La sua particolarità consiste nella coesistenza armonica degli archi romanici con l’originale pavimento cosmatesco ornamentata da splenditi affreschi che si estendono per circa 540 m².
Le opere, di artisti ignoti, rappresentano la storia della salvezza dell’uomo dall’origine al giudizio. Sono presenti 21 volte raffiguranti scene dell’Antico e Nuovo Testamento, come ad esempio quella dell’Arca e dell’Apocalisse, e del ciclo della crazione dei quattro elementi, dell’uomo e del mondo.
Sulle parete troviamo affreschi che testimoniano i miracoli attribuiti a San Magno e le agiografie dei santi sepolti negli altari, come San Magno, SS. Aurelia e Noemisia, S. Secondina e altri martiri.

Il Duomo di Anagni è ricco di tesori, dagli ori agli smalti, avori, tessuti preziosi, come il famoso piviale di Bonifacio VIII, reliquiari, come il cofanetto di san Thomas Becket. Accanto alla sala del tesoro troviamo la Cappella del Salvatore, in stile medievale con affreschi del XIII secolo. In questa cappella è presente una cattedra episcopale del XII secolo, una delle più antiche d’Europa.

Accanto alla Cripta, troviamo l’Oratorio di San Thomas Becket, dove è visibile l’ara sacrificale, in seguito trasformato in oratorio. Tra i vari affreschi, particolare è quello della parabola delle Vergini stolte oltre a quelli che raccontano un ciclo di storie su Thomas Becket.

Adiecente al chiostro troviamo il Lapidario, in esso sono conservate armi, lastre antiche mosaicate e cosmatesche. lapidi, iscrizioni romane. Importanti sono i cippi romani, molti non appartengono alla città di Anagni ma provengono da Roma e dalle sue catacombe.

La cattedrale è presente in alcune del film State buoni se potete (1983), basato sulla vita di San Filippo Neri e sono state girate all’interno e nei pressi della Cattedrale di Anagni.

 

Badia di Santa Maria della Gloria

L’abbazia, meglio conosciuta come badia della Gloria, è un antico monastero del XIII secolo, realizzato su ordine del cardinale Ugolino, futuro papa Gregorio IX, che voleva completare la cappella iniziata da fratello Adenolfo e donarla ai Francescani.
In seguito lo stesso papa Gregorio IX, nei pressi di un terreno accanto alla Chiesa, fece costruire un altro monastero, che in futuro venne unito alla precedente costruzione formando un unico complesso monastico, che diede vita all’abbazia dedicata a Santa Maria della Gloria. Successivamente i frati furono trasferiti in un’altra località di Anagni che ancora oggi viene chiamata San Francesco e la badia venne data ai monaci florensi.
Dopo la morte di papa Alessandro IV, venne meno la protezione papale e iniziò il declino della struttura con la diminuizione sempre maggiore del numero dei frati che la popolavano, anche a cusa degli ingenti tributi da pagare.
Con l’avvento di papa Bonifacio VII la badia chiude definitivamente, era il 1927 quando la famiglia Caetani acquistò i terreni del monastero. Con il tempo l’edificio venne sconsacrato e divenne un edificio agricolo per opera di un certo Leonardo Martinelli.

 

 

Palazzo della Ragione

L’edificio risale al 1163 e fu costruito dall’architetto Jacopo da Iseo. Nel palazzo della Ragione, in epoca comunale, si svolgeva la vita della pubblica amministrazione cittadina.
Ci sono due tesi sul nome di tali edifici nella storia:
il primo lo fa risalire al fatto che in questi edifici i giudici “rendevano ragione” ai cittadini delle loro rimostranze, mediante sentenze;
la seconda che in questi edifici in epoca comunale erano sede degli uffici adibiti alla contabilità delle tasse, definiti uffici di ragioneria.

Il palazzo della Ragione di Anagni, attualmente sede Comunale, è formato da due preesistenti edifici collegati tra loro da un imponente portico su cui poggia la grande Sala della Ragione. Sulla facciata nord si possono ammirare la graziosa Loggetta del Banditore e gli stemmi della Città insieme a quelli della famiglia Orsini e della famiglia Caetani (la famiglia di Bonifacio VIII).

Palazzo Bonifacio VIII

L’edificio risale al XIII secolo per opera di Gregorio IX e nel 1295/97 fu ceduto alla famiglia Caetani, famiglia a cui apparteneva Bonifacio VIII. Il palazzo, oggi famoso come Palazzo di Bonifacio VIII, fu teatro l’8 settembre 1303, del leggendario episodio dello “Schiaffo di Anagni” da parte di Sciarra Colonna allo stesso Bonifacio VIII, celebrato anche da Dante nel XX canto del Purgatorio « Veggio in Alagna ìntrar lo fiordaliso»
Esternamente l’edificio presenta una grande loggia, due archi in pietra e una scalinata che accede al primo piamo della struttura.
Internamente è composto da diverse sale:
La sala delle scacchiere, che prende il nome dall’affresco della parete, dove forme quadrilobe formano delle scacchiere. La tradizione vuole che sia proprio questa la sala de “lo schiaffo”;
La sala delle oche, che prende il nome dal grande affresco della sala, composto da riquadri che contengono figure di volatili, una sorta di atlante della cacciagione dell’epoca, ispirato alla classificazione degli uccelli presente nel trattato di falconeria De arte venandi cum avibus di Federico II di Svevia.
Attualmente nel palazzo è allestito il Museo Bonifacio VIII, con documenti sulla vita del pontefice, una raccolta archeologica e una mostra documentaria relativa alla storia e ai monumenti di Anagni.

Casa Barnekow

La struttura trecentesca, appartenuta alla famiglia Gigli, fu acquistata e ristrutturata, verso la metà del XIX secolo, dal pittore svedese Albert Barnekow per questo oggi è conosciuta come Casa Barnekow. Si ritiene che la casa possa aver ospitato Dante Alighieri durante una sua permanenza in città.
Appena convertitosi al cattolicesimo, Barnekow celebrò questo passaggio con enigmatici affreschi in diverse lingue, che si narra realizzò in preda ad allucinazione, per questo di difficile interpretazione.
L’abitazione si sviluppa in più piani, spicca una scala esterna con ampie arcate a tutto sesto aperta integralmente su un lato, che formano la tipica loggia.
Arcazzi di Piscina

Sono resti di mura romane che si fanno risalire tra il IV e EE secolo a.C.. Composto da quattro archi a tutto sesto sorretti da pilastri di travertino.

Nel  pilastro centrale è visibile un elemento fallico tipico delle mura ciclopiche di Alatri (porta dei Falli sull’Acropoli).

La costruzione, forse, fu fatta per contrastare le forti spinte della retrostante collina anagnina ed aumentare le difese della città.

Le mura

Maestose le mura che circondano la città soprattutto quelle più antiche, le cosiddette “ciclopiche”, tipiche delle città saturnie di questo territorio, chiamate così perché si pensava, vista la loro maestosità, fossero opera dei giganti ciclopi. Il loro scopo era quello soprattutto di proteggere l’acropoli

La cinta è costruita con blocchi di calcare disposti in modo alternato di testa e di taglio (opus quadratum) e a secco, privi di malta o altri leganti.

  • Convitto Principe di Piemonte
  • Convitto Regina Margherita
  • Palazzo Bonifacio VIII
  • Palazzo Comunale
  • Piazza Cavour
  • Pontificio Collegio Leoniano
  • Porta Cerere
  • Porta San Francesco
  • Porta Santa Maria

©PhotoCredits Elio Presciani

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