Molti dei residenti, anche con una punta di orgoglio, ricordano di aver avuto in famiglia almeno una balia. Il tentativo, tuttavia, pur partendo dall’interesse locale e ‘affettivo’ nei confronti di questa figura, è stato quello di indagarne la portata storica e le peculiarità per scoprire, infine, l’utilità sociale del ruolo: come, cioè, la balia si imponga nel più ampio progetto di assistenza all’infanzia. Dunque, l’idea della nutrice ritratta con il caratteristico abbigliamento accanto a un infante di famiglia nobile o della Roma bene, è solo un aspetto di un fenomeno che ha una storia molto più lunga e molto più complessa.
I VARI ASPETTI
Oltre a questo, infatti, è evidente come l’argomento abbia aperto interrogativi ed analisi riguardanti la condizione della donna nella società rurale nella prima metà del XX secolo.
Quel che è emerso dai documenti d’archivio è il ritratto di una figura in movimento – tra campagna e città (dunque, una vera e propria migrazione interna e di ‘genere’) e tra classi sociali.
Inoltre, l’obiettivo è stato puntato sulla specificità di un ‘lavoro’ esclusivamente femminile, tra possibile emancipazione economica e sacrificio materno.
In questo video viene raccontato questo fenomeno delle “Balie in Ciociaria”
Emozionante… molto bello. Ho 71 anni, questo filmato mi ricorda le bellissime storie di mia madre Anna Panetta di Casamari che fu balia di latte di Vittorio Emanuele di Savoia figlio del principe Umberto di Savoia e principessa Maria Iosè dei Belgi (i re di maggio). Mia madre con mio padre (Panetta Francesco) e i miei 3 fratelli Giovanni, Giacinta e Olga nel 1937 si trasferirono tutti a Formia LT nella residenza estiva reale – oggi Grande Albergo Miramare – e poi tante storie e storia…