Molti dei residenti, anche con una punta di orgoglio, ricordano di aver avuto in famiglia almeno una balia. Il tentativo, tuttavia, pur partendo dall’interesse locale e ‘affettivo’ nei confronti di questa figura, è stato quello di indagarne la portata storica e le peculiarità per scoprire, infine, l’utilità sociale del ruolo: come, cioè, la balia si imponga nel più ampio progetto di assistenza all’infanzia. Dunque, l’idea della nutrice ritratta con il caratteristico abbigliamento accanto a un infante di famiglia nobile o della Roma bene, è solo un aspetto di un fenomeno che ha una storia molto più lunga e molto più complessa.
I VARI ASPETTI
Oltre a questo, infatti, è evidente come l’argomento abbia aperto interrogativi ed analisi riguardanti la condizione della donna nella società rurale nella prima metà del XX secolo.
Quel che è emerso dai documenti d’archivio è il ritratto di una figura in movimento – tra campagna e città (dunque, una vera e propria migrazione interna e di ‘genere’) e tra classi sociali.
Inoltre, l’obiettivo è stato puntato sulla specificità di un ‘lavoro’ esclusivamente femminile, tra possibile emancipazione economica e sacrificio materno.
In questo video viene raccontato questo fenomeno delle “Balie in Ciociaria”