Le Stalle di Bonifacio VIII e la Grande Cisterna

Le Stalle di Bonifacio VIII e la Grande Cisterna

Ciociaria in Tour è stato tra i primi a visitare queste meraviglie nascoste della Città dei Papi durante l’apertura per la prima volta al pubblico del 02 Giugno 2017.
Le foto e i contenuti sono un’anteprima assoluta di queste meraviglie storiche.

In gergo popolare sono conosciute come “I grottoni”, ma come è ben visibile non sono grotte, è un edificio ben costruito con pilastri enormi e volte a crociera. Negli anni ’90 una parte crollò e dal giardino, era visibile una fessura di un paio di metri da farle sembrare delle grotte, per questo vennero inizialmente chiamate “Grottoni”. Non crollò completamente in quanto l’area sottostante era piena di materiale edilizio e di scarto, gettato tramite un ampio foro ancora visibile sulla volta del soffitto.
Questo ambiente funziona da sostruzione, da base, fondamenta per l’Episcopio e il Palazzo che dovevano accogliere Papa Bonifacio VIII, che, secondo le fonti, era solito soggiornare nel “Palazzum Anagninum”, l’Episcopio, il palazzo dove risiedeva il Vescovo, che aveva lo spazio per il Pontefice, “Camera, Aula e Cappella”. La camera personale e l’aula di ricevimento del Pontefice,  oggi non ci sono più e dovevano essere sopra questi “grottoni”, la cappella invece è l’attuale “Cappella del Salvatore”, visibile facendo il percorso di visita nella Cattedrale.

Tra l’altro questo ambiente, che oggi si presenta chiuso, in passato era aperto e giungeva da un lato fino alla “Grande Cisterna”, e dall’altro lato, dove oggi c’è l’attuale “Orto Boscaini”, ci sono resti di altre mura, non più visibili, che permettevano di collegare questi ambienti con quello che oggi gli abitanti di Anagni conoscono come il “Palazzo Traietto” che altro non era che l’antico Palazzo di Bonifacio VIII, che insieme al Palazzo dei Cajetani, cioè quello di Pietro II, che oggi viene detto Palazzo di Bonifacio VIII e insieme alla Cattedrale funzionava come Cittadella Fortificata. Questa struttura si trova su un colle verso Nord dove lo stesso scende a strapiombo, quindi per poter costruire in queste condizioni si doveva pareggiare il livello e costruire una serie di strutture loggiate come questa, con archi e pilastri.

Queste strutture quindi servivano sia come regolarizzazione del terreno per costruire sia come luoghi di passaggio per collegare il palazzo Cajetani, l’Episcopio, la Cattedrale ed il Chiostro. Questo ambiente, molto ampio, doveva funzionare come luogo di arrivo e di appoggio per i cavalli, infatti sono ancora visibili sia i fori con gli anelli per legarli, sia il canale di scolo per i liquami. Continuando il percorso è visibile un antico forno, che non è il classico forno per cucinare ma è un forno chiuso dove il maniscalco poteva ferrare i cavalli o sistemare gli attrezzi e gli armamenti. Come si nota, sulle pareti sono presenti buche pontaie, che ci fanno ipotizzare come in età moderna, questo ambiente, già dismesso nella sua funzione di passaggio, continuava ad essere utilizzato per gli animali o come fienile, quindi avevano creato ulteriori piani rialzati in legno che dovevano creare una sorta di ambiente multifunzione.

La Grande Cisterna


Dal Chiostro che affaccia sulla vallata, c’è una botola che porta a “La Grande Cisterna”. Le dimensioni della cisterna sono ben visibili dalla pavimentazione del Chiostro, dove si nota un perimetro di larghezza 9,70 m. e di una lunghezza di 14,70 m. In superficie è visibile una scala graduata di circa 8 m., che veniva utilizzata come sistema di misurazione della quantità di acqua presente nella cisterna stessa. La cisterna si pensa venne utilizzata fino agli anni 50, e dalle arcate da cui è composta si ipotizza, in modo forse azzardato, che fosse una cripta successivamente trasformata in cisterna. Il suo ritrovamento è dovuto in seguito a delle infiltrazioni di acqua nella Cripta di Bonifacio VIII adiacente alla stessa.

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