Paliano

Paliano era chiamata dai romani Capitulum Hernicorum, Capo degli Ernici, data la sua posizione strategica che ne fecero uno dei capisaldi fortificati della zona.

L’origine del nome Paliano ha diverse ipotesi, una attribuisce il nome dalla Massa Pulliani, dal territorio  agricolo amministrativo, l’altra, secondo l’archeologo Antonio Nibby (1837) deriverebbe da un fondo rustico della gens Pollia; “da un Fundus Pollianus per transizione di pronuncia si fece Pallianus”; tale opinione fu sostanzialmente condivisa dal Gregorovius, dal Tucci Savo e da altri.
Fin dal VI secolo gli atti ricordano la cittadina, ben presto divenuta possesso feudale dei Colonna, che assieme a Palestrina, Genazzano e, più tardi Marino, ne fece uno dei centri del loro potere sull’Agro; tanto che un ramo della famiglia Colonna prese il nome di ramo di Paliano.

Già nel XIII inizia il dominio della famiglia Colonna su questo territorio, ma fu Papa Martino V Colonna nel 1425 a ufficializzare tale dominio investendo i nipoti Antonio, Prospero e Odoardo con il titolo di feudatari di Paliano.

Nel 1816, causa riorganizzazione dello Stato Pontificio, i Colonna rinunciarono all’egemonia sul feudo di Paliano, che divenne uno dei capoluoghi della Delegazione di Frosinone e in seguito annesso al Regno d’Italia.

Da visitare:

Fortezza Colonna

Marcantonio Colonna, restando fedele alle regole architettoniche militari del periodo, intorno al 1554 inizia una serie di lavori per riadeguare la Rocca di Paliano. Sulle vecchie mura medievali vengono realizzati dei terrapieni, quale sostegno e rinforzo alla rocca, capaci di resistere ai colpi delle artiglierie. Terminati i lavori, all’interno del nuovo edificio fortificato, alcune stanze vennero  decorate con un ciclo di affreschi che raffigurano l’ingresso trionfale dello stesso Marcantonio a Roma, dopo la trionfale battaglia di Lepanto del 1571.

Nel 1844 i Colonna cedettero al Fortezza di Paliano alla Santa Sede, che dopo vai adattamenti la adibì a casa penale.
Dal dopoguerra la struttura è stata carcere mandamentale e sanatorio e, alla fine degli anni ’70 è stata trasformata in istituto penitenziario. Attualmente il suo aspetto esteriore è quasi integro, mentre all’interno sono tante le modifiche attuate dal 1844 in poi. E’ possibile visitare le sale affrescate durante le giornate dedicate.

Mura Castellane
Le Mura Castellane circondano il nucleo antico della città, per un perimetro di 2,5 Km.
Risalgono al periodo medievale ma sono state rinforzate e consolidate tra il ‘500 e il ‘700 con bastioni, baluardi, rivellini e garitte.
Nelle mura troviamo diverse porte che premettevano l’accesso alla città.

Porta Romana
La Porta Romana, è una delle porte d’accesso alla città.
Detta, nelle diverse epoche, Porta da’ Basso, Porta S. Andrea, Porta del Piano e Porta de’ Forastieri, è situata nel versante ovest.

Porta Napoletana
La Porta Napoletana, detta anche porta del Colle, Porta del Macello, Porta de’ Terrazzani e Porta Regnicola, sulla facciata conserva ancora le sedi che accoglievano le travature del ponte levatoio e le lapidi scalpellate dai francesi nel 1799.

Porta Furba
La Porta Furba, verso est, protetta dalla naturale scarpata e ben nascosta, più che un ingresso, doveva essere un’uscita di sicurezza, per possibili fughe verso il Castello di Serrone.Si affacciano su Piazza Marcantonio Colonna, la piazza principale della città, il Palazzo Ducale (o Palazzo Colonna), la Chiesa Collegiata di S. Andrea Apostolo e Palazzo Picchia.

Palazzo Ducale

Nel 1620 Filippo I Colonna avvia la costruzione del palazzo di famiglia, su un terreno dono dei canonici, nei pressi della Chiesa di Sant’Andrea alla quale era collegata tramite la cappella ducale. Fu il figlio di Filippo, il cardinal-principe Gerolamo a portare a termine i lavori ampliando il palazzo, affidando il compito ad Antonio Del Grande, famoso per aver compiuto numerose opere a Roma come parte del palazzo Doria, la galleria Colonna e il palazzo colonna di Genazzano, Marino e Rocca di Papa.
Del Grande, fedele al suo stile, utilizza materiali poveri come il tufo nero.

Interessante la Sala delle Armi, in cui sono conservati trofei di guerra tolti ai Turchi a Lepanto, armi antiche e ritratti di personaggi vari. Nei saloni del piano nobile, oltre ai dipinti di artisti italiani e spagnoli del XVII e XVIII secolo, si conserva un ritratto di Marcantonio Colonna di Scipione Pulzone e uno di Papa Martino V da ritenersi copia del Pisanello.

Nella cripta sotterranea, con accesso dal cortile, sono sepolti tutti i componenti della Famiglia Colonna, da Fabrizio, morto nel 1520 a don Aspreno, morto nel 1987. Sopra l’altare della Cappella funebre, è collocata la Resurrezione di Cristo e dei membri di Casa Colonna, copia di Pietro da Cortona.

Chiesa Collegiata di S. Andrea
Situato

Chiesa di S. Anna
La Chiesa di S. Anna, edificata nel XVIII secolo come ampliamento di un edificio preesistente, e conosciuta come Santa Maria della Neve (o santa Maria Nova) e poi Santa Maria della Frusta, era l’antica sede della Confraternita del Gonfalone, che gestiva l’annesso ospedale (l’attuale Centro Sociale Anziani). Nel 1772 vi fu costituita la Congregazione delle Pie Consorelle di S. Anna, da cui prese il nome. Elevata a parrocchia nel 1791 fu completamente ricostruita e ampliata nel 1938. Conserva nell’altare maggiore una tela di Andrea Sacchi (1599-1661) raffigurante S. Anna, Maria bambina e S. Gioacchino.

PhotoCredits ©Marco Pignalberi

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