FUMONE (FR)

Fumone

Fumone

Il centro storico, con la sua caratteristica forma a cono, è posto su un colle a circa 780 s.l.m.

Per la sua posizione strategica, posto tra i maggiori centri degli Ernici, fin dall’antichità assume un’importante ruolo di controllo, fino a diventare nel medioevo centro fondamentale per la sicurezza di Roma. Infatti, l’alta torre del famoso castello, veniva utilizzata, con delle fumate,  per avvertire la popolazione dell’arrivo dei nemici, e da qui nacque sia il nome della città che il detto “Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema” .
Nel 1295 nel Castello fu imprigionato papa Celestino V, il papa del gran rifiuto dove vi morì, all’età di 86 anni, dopo soli 10 dieci mesi di prigionia.
Il castello fu teatro nel 1121 della prigionia e della morte di Gregorio VII e nel 1295 della prigionia di papa Celestino V (Pietro da Morrone), colui che “per viltade fece il gran rifiuto”. La sua prigionia durò dieci mesi e il 19 maggio 1296 morì. Nel 1584 papa Sisto V, decise che essendovi morto Celestino V, il castello doveva essere conservato come luogo di memoria storica e lo affidò ad una nobile famiglia di Roma: i marchesi Longhi. Sisto V scelse proprio tale famiglia perché il loro antenato Guglielmo, che venne eletto cardinale da Celestino V iniziò a crearne il culto, proteggendo l’ordine dei celestini creato da Pietro da Morrone.
Il castello di Fumone venne nel corso degli anni trasformato dalla famiglia Longhi in una vera e propria residenza, ancora oggi è una proprietà privata ed è abitato dagli attuali eredi della famiglia.
Da Vedere:

Castello di Fumone

Il Castello di Fumone, per la sua posizione strategica, fu la principale fortezza dello Stato Pontificio del Basso Lazio.

L’alta torre veniva utilizzata, con delle fumate,  per avvertire la popolazione dell’arrivo dei nemici, e da qui nacque sia il nome della città che il detto “Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema” .

Il castello fu teatro nel 1121 della prigionia e della morte di Gregorio VII e nel 1295 della prigionia di papa Celestino V (Pietro da Morrone), colui che “per viltade fece il gran rifiuto”. La sua prigionia durò dieci mesi e il 19 maggio 1296 morì. Nel 1584 papa Sisto V, decise che essendovi morto Celestino V, il castello doveva essere conservato come luogo di memoria storica e lo affidò ad una nobile famiglia di Roma: i marchesi Longhi. Sisto V scelse proprio tale famiglia perché il loro antenato Guglielmo, che venne eletto cardinale da Celestino V iniziò a crearne il culto, proteggendo l’ordine dei celestini creato da Pietro da Morrone.

Il castello di Fumone venne nel corso degli anni trasformato dalla famiglia Longhi in una vera e propria residenza, ancora oggi è una proprietà privata ed è abitato dagli attuali eredi della famiglia.

Oggi nel castello sono conservati diversi reperti archeologici e un raro esempio in Europa di giardino pensile, sospeso, realizzato nel 600 dalla famiglia Longhi.

La sua estensione, circa 3500 m2, lo rende il più grande in Europa tra quelli realizzati sopra gli 800 m di altezza.

Nel suo interno troviamo due ambienti, attribuibili a papa Celestino V:

Una cappella del XVIII secolo, costruita in sua memoria e la cella teatro della sua prigionia e della sua morte.

Interessante è ascoltare la storia del marchesino Francesco Longhi che venne ucciso, a soli tre anni, dalle sue sette sorelle; la madre (la duchessa Emilia Caetani) impazzita completamente dal dolore non accettò di farlo seppellire e decise di farlo imbalsamare: il corpo del bambino è custodito ancora oggi nel castello.

Nel 1966 papa Paolo VI durante una sua visita depose nel castello una croce votiva in memoria e in onore del suo predecessore Celestino V.

Nel 1990, Stefano e Fabio de Paolis, gli attuali proprietari del castello, lo hanno aperto al pubblico: si effettuano visite guidate nella prigione di papa Celestino V, nel giardino pensile e nel piano nobile del Castello.

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