Certosa di Trisulti
Certosa di Trisulti
L’attuale abbazia, voluta da papa Innocenzo III, sorge nei pressi dei ruderi di un’antica abbazia benedettina del 996 fondata da San Domenico di Sora e successivamente donata ai Certosini.
Nel corso dei secoli la struttura subì modifiche e ampliamenti, ed oggi si presenta nelle sue forme tipicamente barocche.
Dal 1873 è monumento nazionale, gestita inizialmente dai Certosini di San Brunone (o San Bruno), sostituiti nel 1947 dai Cistercensi.
Era la residenza estiva di papa Innocenzo III. La Certosa è immersa tra boschi di querce e gode di un panorama spettacolare, affacciandosi dall’alto della cosiddetta Selva d’Ecio, dove principia il Cosa (Capofiume,) alle falde del Monte Rotonaria (Monti Ernici), a 825 m di altitudine
Racchiusa da mura, l’accesso è formato da un grande portale sul quale si erge un busto di San Bartolomeo, opera dell’allievo di Michelangelo Buonarroti Jacopo Lo Duca.
Nel primo piazzale, il principale della struttura, si trova l’antica foresteria, in stile romanico-gotico, conosciuta anche con il nome di Palazzo di Innocenzo III, al suo interno troviamo un’antica biblioteca di circa 36.000 volumi e la chiesa di San Bartolomeo.
La chiesa di San Bartolomeo
La chiesa subì molteplici modifiche, all’originaria struttura gotica si sovrappose un impianto barocco. La facciata risale al 1798 e fu realizzata dall’architetto Paolo Posi.
Internamente è divisa in due sezioni da un’iconostasi, parete decorata di icone, solita della tradizione certosina, una dedicata ai padri e l’altra ai conversi. Alla base dell’iconostasi ci sono i resti di martiri cristiani. Nella chiesa sono conservate pregevoli opere pittoriche di Filippo Balbi, tra cui un dipinto sulla strage degli innocenti.
Nella volta sono presenti affreschi che raffigurano una Gloria del Paradiso, realizzati nel 1683 da Giuseppe Caci; sua è anche la pala d’altare che raffigura una Madonna in trono con il Bambino e i santi Bartolomeo e Bruno.
La farmacia
Risalente al XVIII secolo, l’antica farmacia si compone di varie stanze arredate in stile settecentesco e decorate con pittura naturalistica, la cosiddetta trompe-l’oeil.
Nella farmacia si possono vedere i vasi in cui erano conservate le erbe medicamentose e i veleni estratti dai serpenti.
Nel giardino sono visibili siepi con forme di animali, questo in passato era l’orto botanico.