ALATRI
ALATRI
Un Borgo affascinante, immerso nel cuore della Ciociaria alle pendici dei Monti Ernici, in cui convivono elementi arcaici e medievali, che rendono Alatri una delle città più belle e caratteristiche della Ciociaria.
Alatri è conosciuta anche come la “Città dei Ciclopi”, in quanto secondo una leggenda sarebbero stati gli antichi ciclopi gli unici in grado di costruirne le possenti mura.
Le mura racchiudono una delle costruzioni che rappresenta l’esempio maggiore di architettura antica in Italia: L’Acropoli di Alatri, nota localmente come Civita, è posta nel cuore del centro storico di Alatri, sulla cima del colle su cui sorge la città, ricca di storia e contornata da innumerevoli leggende. Sicuramente il monumento più rappresentativo di Alatri al punto che lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius durante un suo studio sulla città rimase stupefatto da cotanta bellezza << Allorquando mi trovai dinanzi a quella nera costruzione titanica, conservata in ottimo stato, quasi non contasse secoli e secoli ma soltanto anni, provai un’ammirazione per la forza umana assai maggiore di quella che mi aveva ispirata la vista del Colosseo… una razza che poté costruire tali mura, doveva già possedere un’importante cultura e leggi ordinate>>
In epoca storica la città era abitata dalla popolazione italica degli Ernici, fino a che nel 362 a.C. gli Ernici entrano in conflitto con Roma. Nella rivolta Alatri, rimasta fedele a Roma, ottiene di restare indipendente e conosce un periodo di benessere e prosperità. Dopo la caduta di Roma la città subisce le invasioni barbariche e la sanguinosa guerra tra Odoacre e Teodorico.
Attualmente il borgo medievale di Alatri, ricco di Chiese e strutture prestigiose uniche, è sicuramente uno dei più affascinanti e ricchi di storia non solo della Ciociaria, ma anche del Lazio.
Da visitare:
Acropoli
Sicuramente è l’emblema della città di Alatri, conosciuto con il nome “Civita”, e date le maestose dimensioni si narra siano i giganti Ciclopi i costruttori. Sorge nel cuore del centro storico, sulla cima del colle, ed è una costruzione di mura poligonali, massi di pietra sovrapposti non lavorati, anche di notevoli dimensioni, senza ausilio di malta o altri leganti.
La sua funzione era sia sacra, probabilmente era la zona dove sorgeva il tempio dedicato a Saturno divinità a cui si fa risalire la fondazione della città, sia difensiva.
Lungo le mura sono visibile due porte di accesso: Porta Maggiore, costruzione caratterizzata da un imponente architrave monolitico e Porta Minore, più piccola rispetto la prima ma caratterizzata da simboli fallici, richiamanti la fertilità.
Lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius durante un suo studio sulla città rimase stupefatto da cotanta bellezza, queste le sue parole << Allorquando mi trovai dinanzi a quella nera costruzione titanica, conservata in ottimo stato, quasi non contasse secoli e secoli ma soltanto anni, provai un’ammirazione per la forza umana assai maggiore di quella che mi aveva ispirata la vista del Colosseo… una razza che poté costruire tali mura, doveva già possedere un’importante cultura e leggi ordinate>>
Mura Poligonali
Le mura risalgono al I secolo a.C., sono in ottimo stato di conservazione e vantano una lunghezza di circa 2 km. Seguono un andamento concentrico all’Acropoli e circondano il centro storico. Lungo la vastità delle mura sorgono cinque porte, ma di queste solo porta San Benedetto ha preservato nel tempo la sua struttura architravata.
Durante il medioevo furono ulteriormente rafforzate con la costruzione di alte torri quadrangolari (ad eccezione del torrione Brocchetti a pianta circolare) per avere il controllo sul territorio circostante.
Nel medioevo l’intero circuito, ad eccezione del tratto meridionale, già di per sé protetto da un duplice sbarramento megalitico, fu ulteriormente rinforzato con l’inserzione di alti torrioni quadrangolari (fa eccezione il torrione detto “Brocchetti”, a pianta pressoché circolare) dai quali veniva esercitato il controllo sui territori circostanti.
Cattedrale di San Paolo
Di epoca medievale sorge sui resti di un antico tempio dedicato a Saturno, nei pressi dell’Acropoli, affiancato dall’antico Vescovado.
La facciata attuale e il campanile furono realizzate nel XVIII secolo dall’architetto Jacopo Subleyras, in pietra e laterzio, seguendo il modello delle più importanti basiliche romane.
L’interno è a croce latina, a tre navate e con un lungo transetto sopraelevato in corrispondenza del presbiterio.
Nel suo interno sono presenti un pergamo cosmatesco risalente al 1222, e le reliquie di San Sito, patrono delle città.
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Uno dei più importanti monumenti religiosi della città è sicuramente la chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, risalente al V secolo.
Sorge sulle rovine di un antico tempio pagano e deve il suo aspetto romanico-gotico principalmente alle profonde modificazioni operate nel XIII secolo. Esternamente è ben visibile il grande rosone risalente agli inizio del XIV secolo.
Internamente balza all’occhio l’aspetto severo ed essenziale delle epoche romanico-gotico. Nel suo interno troviamo conservate opere di pregio quali il gruppo ligneo della Madonna di Costantinopoli del XIII secolo, il Trittico del Redentore di Antonio di Alatri, la Vergine con il Bambino del XV secolo e il fonte Battesimale del XIII secolo.
Chiesa di San Francesco
La sua struttura gotica fa collocare la costruzione della chiesa di San Francesco tra la seconda metà del XIII secolo. Un portale archiacuto e un rosone a colonne radiali compongono la facciata della chiesa. Nel suo interno è presente un’unica navata ed una successiva e imponente decorazione barocca del XVII secolo.
La tradizione vuole che al suo interno sia presente il mantello, di lana grezza medievale, donato da San Francesco di Assisi nel 1222 durante un suo soggiorno in città.
Chiesa di Santo Stefano e Monastero dell’Annunziata
Inizialmente a forme romaniche e di piccole dimensioni, venne ampliata nel 1284, su volontà del cardinale Goffredo di Raynaldo, con stile gotico.
Nel 1586 il vescovo Ignazio Danti, progettò il Monastero dell’Annunziata, e la chiesa venne privata della navata sinistra per permette la realizzazione di questo progetto. Fu visitata nel 1984 da papa Giovanni Paolo II.
Internamente ha un’impronta dell’epoca tardo barocca e conserva oltre una pala del ‘600 sull’altare maggiore, raffiguranti i santi Stefano, Benedetto e Scolastica anche un’importante tela, dipinta nel 1793 da Filippo Palazzetti, raffigurante la Vocazione di Matteo.
La campana installata nel campanile del Monastero, denominata campana di San Benedetto, secondo la tradizione sarebe stata donata proprio da Santo di Norcia in una sua visita nel 528
Chiesa di San Silvestro
Costruita tra il X e XI secolo, inizialmente in un’unica navata alla quale vennero, successivamente, aggiunte la navata di sinistra e la sagrestia. Ancora oggi sono evidenti le linee romaniche: esternamente semplice ed internamente sobria.
Sul lato destro dell’abside è collocato l’affresco di San Silvestro con il drago del XII secolo, di notevole importanza per la sua antica fattura, sul lato opposto troviamo rappresentate immagini del Nuovo Testamento, collocabili tra il XIII ed il XV secolo.
Affascinante la cripta, con le sue pitture arcaiche, con volte a crociera e l’affresco di Santo Benedicente, di stile bizantino.
Chiesa degli Scolopi
Realizzata a metà del 1700, progettata dall’architetto Benedetto Margariti di Manduria, dedicata allo Sposalizio della Vergine, reinterpreta motivi borrominiani con la sua facciata in travertino.
L’interno è a croce greca, e balza all’occhio la cura della monocroma decorazione a stucco delle superfici murarie, sulle quali, per contrasto, risaltano lei tele settecentesche, che decorano i tre altari della chiesa: sull’altare maggiore centrale è collocato lo Sposalizio della Vergine, opera di Carmone Spinetti del 1731, mentre sui due laterali troviamo un’opera del pittore veneto Benedetto Mora la Crocifissione e un’opera anonima che raffigura San Giuseppe Calasanzio, della seconda metà del Settecento per celebrare il padre fondatore dell’Ordine degli Scolopi.
Oggi la chiesa è chiusa al culto ma ospita esposizioni vari eventi.
Chiesa della Maddalena
Come si evince dal nome, la chiesa è dedicata alla Maddalena e risale al 1196, sorge ai piedi di monte Sant’Angelo, un luogo anticamente utilizzato a lebbrosario. Ha uno stile sobrio ed essenziale.
Il tema ridondante e dominante di questa struttura è legato alla figura della Maria Maddalena
Chiesa delle XII Marie
Il nome è dovuto alle rappresentazioni di dodici raffigurazioni mariane sulle pareti della Chiesa. Fu costruita a fine 300 ed è una tipica cappellania rurale ad unica navata.
Fontana Pia
Un fonte monumentale del 1870 dedicata a papa Pio IX per ringraziarlo di un contributo in denaro a favore della città del 1863 destinato alla realizzazione di un acquedotto. Gli elementi semplici della tradizione medievale sono contrapposti alla struttura scenografia assai più complessa.
Fontana di Porta San Pietro
Progettata dall’architetto Giuseppe Olivieri, è contemporanea alle altre fontane della città. Il suo stile è sobrio e la struttura centrale racchiude lo stemma alatrense con una ricca decorazione. La nitidezza del travertino con i suoii toni caldi e preziosi, i particolari scalpellati con eleganza, rendono questa fonte un piccolo e raffinato capolavoro.
Fontana Antonini
Questa fontana è collocata nei pressi della chiesa di San Gabriele, e fu realizzata nel 1869. Un iscrizione presente su di essa ci rende noto che fu il conte Filippo Antonini a farsi carico delle spese di realizzazione. Il suo stile semplice richiama i portoni dei palazzi circostanti.
La sua raffinatezza è esaltata dal contrasto tra il mattonato rosso e la pietra bianca. I draghi che gettano acqua e le stelle a otto punte richiamano alla mente l’araldica della famiglia Antonini.
Palazzo Gottifredo
Edificio imponente in altezza risalente alla metà del XIII secolo, residenza del cardinale Gottifredo di Raynaldo, denominato “Case Grandi”.
Espressione di un concetto architettonico nuovo che fonde due robuste case-torri con un corpo centrale, che evidenzia la sua funzione difensiva.
L’interno, compromesso dal terremoto del 1349 che causò il crollo delle grandi arcate ogivali a sostegno del settore centrale della copertura, è stato restaurato dagli architetti Giovanni Fontana e Alfredo Spalvieri. Una sua porzione ospita il museo civico archeologico.
Protocenobio di San Sebastiano
Suggestivo edificio del V secolo, voluto dal prefetto delle Gallie Libero. Anticamente ospitava un’antica comunità cenobotica d’Occidente, e forse proprio qui, dopo un soggiorno nel 528 di San Benedetto da Norcia, si stese la Regula Magistri.
Il complesso abbaziale è collocato nelle campagna del territorio alatrense, ricco di fascino.
Il monastero appare come una suggestiva opera architettonica dalle linee medievali, con decorazioni duecentesche raffiguranti la vita di Cristo e della Madonna.
Grancia di Teccchiena
Inizialmente era un castello, una fortificazione dovuta alle continue contese con la vicina Ferentino. Nel 1245 papa Innocenzo IV privò Alatri di qualsiasi diritto sul castello, lo incamerò nei beni della Chiesa e nel 1395 lo vendette ai Certosini di Trisulti.
Furono proprio i monaci a trasformarla in un’ azienda agricola, la Grancia (granaio), che gestirono fino agli inizi del 900.
Nei pressi del complesso sono visibili alcune rovine dell’antico castello.