Serrone

Il suo nome è dovuto ai dorsi rocciosi del Monte Scalambra, detti “Serroni”.

Abitato dagli Ernici, in difesa della città Papale di Anagni. Nel periodo imperiale numerose ville rustiche sorsero, come testimoniano i resti risalenti al III secolo d.C, rinvenuti in località “Grotte”.

I primi insediamenti sulle falde del Monte Scalambra, su cui si erge Serrone, furono favoriti dalla presenza di importanti vie di comunicazione, civili e militari, che collegavano la capitale dell’impero con Trevi, Subiaco e Vallepietra. E così, a partire dal VI secolo, sulle pendici del Monte Scalambra sorse il primo nucleo abitato e fortificato. Nel X secolo il territorio era sotto la giurisdizione dei benedettini di Subiaco.

Nel 1378 il Pontefice concesse Serrone, come feudo, alla famiglia Conti di Segni. Nel 1427 inizia la signoria della Famiglia Colonna che culminerà, nel 1569, con l’istituzione del principato di Paliano, comprendente anche Serrone. Il lungo periodo di pace fu interrotto nel 1799 dalle vicende napoleoniche.

Successivamente il paese, insieme a Piglio e Paliano, venne incluso nel distretto di Tivoli. L’unificazione del 1870 portò Serrone a far parte del Mandamento di Paliano, circondario di Frosinone, provincia di Roma. Nel 1927 fu definitivamente incluso nella neocostituita provincia di Frosinone.

Da visitare a Serrone:

L’Eremo di San Michele Arcangelo
Situato a 1100 m, poggia su un costone roccioso che domina il Monte Scalambra e sembra quasi scavato nella roccia. La leggenda narra che il fondatore sia San Benedetto durante un suo viaggio verso Cassino.
L’Eremo fu dedicato, in epoca medievale al Santo patrono del Paese San Michele Arcangelo.
E’ raggiungibile percorrendo un sentiero immerso nel bosco del Monte Scalambra.
Ancora oggi visibile nella roccia l’impronta che secondo la leggenda apparterrebbe al diavolo sconfitto  dal Santo.
Nel X secolo il territorio era sotto la giurisdizione dei Benedettini di Subiaco, che introdussero il culto di S. Michele Arcangelo. Successivamente fu dedicata al Santo Patrono di Serrone S.Michele Arcangelo.

E’ visitabile su richiesta.

Chiesa di San Pietro Apostolo
La mancanza di documenti storici rende incerta la datazione dell’edificazione della Chiesa. Grazie ad una visita Pastorale del 1754 si venne a conoscenza che la Chiesa era esistente e sotto il vescovo di Palestrina già nel 1192.

Subì dei profondi restauri e ampliata nel 1600 dagli stessi abitanti.

Internamente è costituita da due piccole navate laterali e una grande navata centrale., dalla quale si alza il presbiterio, il coro e una cappella laterale.

Un importante reperto è l’organo del 700 unico per la sua pregevole fattura.
Si pensa che sotto il pavimento della Chiesa sia presente un cimitero, di difficile datazione.
Il soffitto della navata centrale presenta una magnifica tela dipinta e sulle pareti affreschi attribuiti a Raffaello.

Le pitture murali presenti nella chiesa hanno una grande valenza artistica. Infatti, dopo una attenta e lunga ricerca, è stato possibile individuare il periodo storico di queste pitture murali associandole proprio alla scuola d’arte umbra attiva a Roma nel ‘500. Osservando attentamente gli affreschi, si può notare una forte somiglianza con Pinturicchio o comunque con i pittori presenti a Roma in quel periodo. Bisogna anche aggiungere che la scuola d’arte umbra, con i suoi maggiori esponenti, era prediletta dai Colonna a cui apparteneva proprio Serrone. Altre ipotesi sulla paternità degli affreschi portano direttamente alla scuola d’arte di Raffaello, Giulio Romano, Francesco Penni e Sebastiano del Piombo vale a dire tutti pittori che lavoravano alla Farnesina per conto di Leone X Medici, Papa che ospitò ripetutamente la famiglia Colonna nei suoi sontuosi palazzi.
Percorrendo la navata sinistra della chiesa si entra nella cappella affreschi più recenti, monocromi e con una risoluzione dei corpi piatta e poco armoniosa. L’immagine della parete destra della chiesa, anche se estremamente rovinata, rappresenta Erode con la testa di Giovanni Battista in mano e Salomè con il piatto protratto in avanti che volta il capo dall’altra parte per non vedere. Nella stessa parete un’altra delle pitture murali raffigura un Mandato: in primo piano un Papa che poggia una papalina sulla testa di un cavaliere, o Ministro della Chiesa, per affidargli un importante incarico. Sulla parete opposta, meglio conservata, si scorge la figura probabilmente di Luigi Gonzaga intento nel dare il sacramento della Comunione ad un Santo cavaliere con l’aureola dorata. La scena si svolge all’interno di una chiesa che somiglia molto alla chiesa di San Pietro a Serrone, c’è infatti un altare con sopra dei candelabri dorati e un crocifisso al centro.

Nell’ultimo degli affreschi, sempre sulla sinistra, è dipinta l’apparizione dell’angelo a San Pietro: scene della vita del Santo sono ricorrenti nelle pitture di questa chiesa come nella parete destra dell’abside dove è rappresentata la Consegna delle chiavi a San Pietro.

Di enorme importanza è la pala dell’altare maggiore dove risalta l’immagine di San Michele Arcangelo, patrono di Serrone.  La tela, di pregevole fattura e di autore ignoto, risale alla metà del ‘600 ed è una copia ben riprodotta del San Michele Arcangelo di Guido Reni (1635). E’ sufficiente paragonare le due tele per notare che i dipinti sono uguali nelle vesti, nelle proporzioni, nella gestualità; mentre solo il volto diverso, ma per scelta dell’artista che vuole caratterizzare e rendere autonoma la sua opera rispetto a quella di Guido Reni. Dopo un consulto con il critico d’arte americano “D.S. Pepper” si è giunti all’ipotesi che il quadro sia della scuola romana del Maratta e che risalga agli anni che vanno dal 1660 al 1680. Le ricerche condotte nel campo dell’arte tendono ad attribuire la paternità di questo dipinto a Pierre Dulauvier (o Laurier) detto anche Pietro Lauri di Guido, che faceva parte della bottega di Guido Reni. Al di sopra di questa pala c’è un’altra tela raffigurante San Pietro Apostolo, anch’essa di buona fattura. La cornice in stucco che contorna queste due tele è secentesca.

La Chiesa di San Quirico
La chiesa di San Quirico, al quale sono attribuite molte grazie, risale al 1600 d.c.e venne eretta per i “frati zoccolanti” o francescani. Nel marzo del 1650, nella chiesa accadde di certo un grave fatto circondato da un alone di mistero poiché nessun documento chiarisce cosa avvenne. E’ noto solo che la chiesa fu interdetta e sconsacrata e solo successivamente fu benedetta.
La chiesa è semplice, ma caratteristica, ed è uno dei luoghi da visitare insieme alla piccola frazione stessa, immersa nella campagna.

La Chiesa del Sacro Cuore
La chiesa del Sacro Cuore è del 1788 e venne costruita per la piccola comunità venutasi a formare lungo la sorgente d’acqua de “La Forma” dove, nel 1859, fu istituita la “Confraternita dell’Addolorata”.

Museo dei Costumi Teatrali
Il museo si trova nella parte alta della cittadina. In esso sono conservati i costumi teatrali realizzati da Beatrice Minori nel corso della sua attività di sarta della RAI TV e sarta personale di Eduardo de Filippo, oltre che collaboratrice di importanti registi italiani. Beatrice Minori è infatti nata a Serrone nel 1923 e ha voluto donare al suo paese i costumi teatrali di scena, tutti originali e indossati da illustri personaggi dello spettacolo come Eduardo, Gassman, Beppe Barra per intepretare personaggi famosi come Masaniello, Filumena Marturano, Notre Dame de Paris. I costumi sono disposti su appositi manichini disposti nelle diverse sale del museo e come ospiti attendono e sembrano salutare i visitatori che vi entrano. Nello stesso tempo si può dunque entrare nella storia e nella storia del teatro e restarvi affascinati. La mostra colpisce favorevolmente anche per la cura e la maestria con cui sono disposti i costumi, opportunamente commentati, e la qualità dei tessuti. Sembra che si possa toccare con mano la storia del teatro italiano e gli attori che lo rappresentarono. Da Machiavelli a Pirandello, passando per Goldoni e Shakespeare, nella mostra prendono corpo le forme immaginate fra le righe da questi grandi letterati alle prese con le loro opere più famose.

Volo Libero – Il Parapendio
Per praticare il parapendio o deltaplano è senz’altro il posto migliore nel Lazio, infatti il monte Scalambra offre diversi punti di decollo e un grande ed attrezzato atterraggio a La Forma che è un rione del paese.E’ bello anche semplicemente assistere ai voli e alle manifestazioni organizzate dall’Associazione sportiva Serrone Vola nel periodo estivo, in cui si possono apprezzare le acrobazie di questi funamboli dell’aria. Si può fare un giro con il parapendio biposto.

Trekking
Il trekking è uno sport sempre più diffuso e alla portata di tutti. Il Monte Scalambra è pieno di sentieri che fanno parte del sentiero europeo E1, con bacheche in legno in mezzo al bosco dove ci sono le indicazioni, le distanze e le particolarità della flora e fauna del luogo.
La scalata dello Scalambra si fa in due ore, da cui si può raggiungere poi il comune di Piglio o gli altipiani di Arcinazzo.
Sostare lungo il percorso al santuario di San Michele è d’obbligo, farlo significa capire perchè.
Il percorso che dalla vetta raggiunge gli altipiani risulta il più agevole, in quanto si passa per una antica strada ricavata nel bosco di faggi, a circa metà strada si trova un bel lago, ricco di vita e in primavera di bellissimi colori.

Pista Ciclabile
La pista ciclabile è lunga 20 km e da La Forma raggiunge Fiuggi.Il tratto più ostico e in pendenza è quello fra Piglio e Acuto, il panorama fa dimenticare la fatica affacciandosi come su un’enorme terrazza sulla valle del Sacco.La pista è stata ricavata dai binari della vecchia ferrovia Fiuggi-Roma, completamente asfaltata e sicura.
Monumenti e Luoghi da Visitare:
• Mura Ciclopiche della Lesca;
• Resti della Rocca dei Colonna (area attrezzata);
• Romitorio Benedettino San Michele Arcangelo (VII sec.);
• Mostra permanente del costume teatrale;
• Ricerche dell’archivio storico comunale;
• Madonna della Pace, sulla cima del monte Scalambra;
• Piazza Romolo Fulli: l’incanto dell’infinito;
• Piazza Franceso Pais, con la caratteristica sorgente;
• Piazzale della chiesa di San Quirico: un panorama straordinario;
• Decollo parapendio;
• Atterraggio del parapendio (area attrezzata);
• Fontana Livio.

Photo Credits ©Gianni Minori

 

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